Still life, natura morta: Giorgio Morandi è stato il pittore novecentesco per eccellenza del genere, ma con il suo stile particolare: non frutta e alzatine o cesti, ma ‘contenitori’, bottiglie, ceramiche, vasi, sistemati solo apparentemente senza un ordine su un tavolo. Fotografate nella loro staticità, come succedesse per caso. E invece il lavoro che c’è dietro ogni quadro è puntuale, maniacale, precisissimo.
“Morandi 1890-1964” è la mostra dedicata al pittore italiano novecentesco dello still life ideata e curata da Maria Cristina Bandera, a distanza di più di trent’anni dall’ultima rassegna milanese, che si terrà fino al 4 febbraio 2024 al Piano Nobile di Palazzo Reale, a Milano. L’obiettivo è celebrare il rapporto elettivo tra la città e il pittore bolognese.
Per estensione e qualità delle opere, si colloca tra le più importanti e complete retrospettive sull’artista realizzate negli ultimi decenni. Del resto, erano lombardi o vivevano a Milano i primi grandi collezionisti di Morandi come Vitali, Feroldi, Scheiwiller, Valdameri, De Angeli, Jesi, Jucker, Boschi Di Stefano, Vismara, parte delle cui raccolte furono donate alla città, e milanese era la Galleria del Milione, con la quale il pittore intrattenne un rapporto privilegiato.
Un corpus espositivo di circa 120 opere ripercorre l’intera opera dell’artista bolognese – 50 anni di attività, dal 1913 al 1963 - attraverso prestiti eccezionali da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private.
Il percorso espositivo segue un criterio cronologico con accostamenti mirati e inediti che documentano l’evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore, 34 sezioni che raccontano le varie fasi. Vi si possono ammirare, dunque, le bottiglie, i vasi, le caffettiere, le ciotole, ma anche i fiori sistemati ben compatti nei vasi, i paesaggi dei suoi luoghi, osservati da un’angolazione quasi nascosta. Colori e tonalità fanno pendant e non sono mai troppo sgargianti, semmai tenui. Il tratto è corposo, ma non esagera. In mostra, anche qualche grafica: fin dagli esordi del suo percorso artistico portò avanti la passione per le incisioni e le opere sono sempre realizzate con grande cura, caratterizzate da segni sottili e rettilinei in un intreccio molto complesso di tratti.
Un percorso dell’anima, non solo artistico, da non perdere.