Dalla forma tipica che ricorda le infradito, i geta e gli zori sono i caratteristici sandali giapponesi utilizzati dalle apprendiste geisha ed indossati solitamente con abiti tradizionali giapponesi.
I geta sono zoccoli ad infradito composti da una suola in legno rialzata da due tasselli. Gli zori, invece, sono sandali piatti ad infradito simili alle scarpe hawaiane e sono realizzati con paglia di riso, legno o materiali sintetici.
Geta - Fonte: via Pinterest
La loro forma singolare non li rende particolarmente comodi, ma ogni oggetto proveniente dalla tradizione di qualsiasi cultura racconta una storia ed ha un significato ben preciso, che va tenuto in vita nella sua integrità per poter essere tramandati nel modo migliore alle generazioni future. Nell’antichità, i geta e gli zori avevano più di uno scopo.
Tra il 794 e il 1192, nel periodo di Heian (epoca storica in cui il potere dell’imperatore si indebolì sempre di più, provocando l’ascesa di famiglie benestanti), geta e zori venivano indossati dalla nobiltà cinese e, poiché la cultura giapponese era influenzata da quella cinese, queste scarpe vennero ben presto associate anche alla cultura nipponica ed indossate dalla nobiltà giapponese. La loro scomodità portava a fare passi piccoli e lenti, rendendo il modo di camminare elegante e delicato, ovvero un tipo di portamento adatto ai membri dell’alta società. Un altro scopo del loro utilizzo era quello di non far sporcare gli abiti (solitamente i kimono) dalle strade fangose e polverose.
Ma arriviamo ora ad uno degli scopi principali, che risiede proprio nella storia delle geisha. Queste particolari calzature, infatti, vengono indossate con i “tabi”, rigidi calzini tipici giapponesi la cui forma separa l’alluce dalle altre dita in modo che vengano indossate comodamente. Il motivo per cui solitamente i geta e gli zori vengono indossati con i tabi risale alle geisha, le quali dovevano indossarli sin da bambine per poter mantenere il piede piccolo, fonte di bellezza e seduzione, anche con l’avanzare dell’età. I tabi, infatti, erano composti da un materiale non elastico, cucito con dei lembi di stoffa e richiudibile attraverso dei bottoni nella parte posteriore.
Zori - Fonte: via Pinterest
I geta e gli zori avevano quindi un grande impatto sia a livello stilistico che a livello pratico, ma come, in tutto il mondo, l’occidentalizzazione ha sempre più preso piede e le tradizioni stanno sempre di più scomparendo. La cultura giapponese, però, è una tra le più longeve ed è strettamente legata alle proprie usanze in quanto è riuscita a creare un equilibrio ben solido tra le varie influenze occidentali e le proprie tradizioni. Il mix di modernità e antichità è la ricetta perfetta che rende la cultura giapponese un’ideologia unica ed affascinante.
Oggi i geta e gli zori non più indossati abitualmente nella vita di tutti i giorni, non solo per una questione di stile ma anche di comodità. Il modo di vivere è cambiato, così come le abitudini e le priorità di ognuno di noi. Ai giorni d’oggi si è sempre più alla ricerca di calzature morbide e comode a causa della vita frenetica. I geta e gli zori, però, vengono ancora utilizzati talvolta in nome della tradizione ed indossati insieme al tipico kimono, o anche abbinati a capi occidentali.
Nonostante i geta e gli zori oggi non siano più utilizzati come prima, l’armadietto per riporre le scarpe nelle case giapponesi si chiama ancora “getakabo”, ovvero “scatola per geta”, ed è ancora oggi usuale togliersi le scarpe prima di entrare in casa per una questione di igiene e pulizia.
Immagine di copertina: flickr.com